È un’esposizione dell’evoluzione della Formula 1, ma rigorosamente dinamica quella del Motor Show.

Perché una teoria di monoposto testimoni della massima espressione tecnica dell’automobilismo mondiale è pronta a farsi ammirare in azione, nell’Area 48 Motul Arena.

A partire dalla Cooper T51 del 1959, che vinse il Campionato Mondiale con Jack Brabham e soprattutto convinse sulla necessità tecnica di posizionare il motore al posteriore. Il sovvertimento di un dogma, quello dei “buoi davanti al carro”, che Enzo Ferrari avrebbe fino a quel momento sostenuto furiosamente, per poi dover ritrattare in tempo utile alla vittoria del titolo del 1961.

Alla Lotus 18 che nel 1960, con la medesima filosofia costruttiva proiettata fino al posizionamento centrale del motore, si laureò vicecampione costruttori anche con il secondo posto a Silverstone di John Surtees.

E proprio l’unico pilota al mondo ad aver conquistato il titolo iridato sia nelle moto che in Formula 1, è il costruttore della Surtees TS8, reinterpretazione, per la serie inglese F5000 del 1971, della TS7 che nel 1970 costituì il debutto in F.1 della scuderia britannica.

Erano quelli gli anni dei Mondiali sfiorati o rincorsi senza successo dalla Ferrari che, nell’estate 1972, sfornò la B3, altro gioiello che scenderà in pista nella Motul Arena. Una monoposto nata dal genio di Mauro Forghieri per i Gran Premi del 1973, ma che invece restò nel reparto corse di Maranello per poi vedere ripresi tutti i suoi paradigmi aerodinamici nelle successive plurivittoriose B3-74 e poi 312 T e T2, tutte spinte dal 12 cilindri boxer.

Se la Ferrari è tra le poche della storia della Formula 1 ad essere stata costruttrice della vettura completa, ovvero sia di telaio che di motore, sono soprattutto di origine britannica le scuderie che si cimenteranno nel Mondiale realizzando inedito il solo telaio ed affidandosi al collaudato Ford Cosworth DFV per quanto al propulsore.

Testimoni di quella era consolidatasi negli anni ’70 e poi proseguita fino all’avvento del Turbo, scenderanno in pista la Arrows A1 del 1978, la prima monoposto del team che Alan Rees, Jackie Oliver, Dave Wass e Tony Southgate fondarono dopo l’uscita dalla Shadows alla fine della stagione precedente e la Wolf WR7 del 1979, l’ultima F1 del marchio del Lupo che nel 1977 fu vicecampione con Jody Scheckter.